Dicembre

La morte di Folco Portinari

Siamo nel 1289, in un rigido dicembre fiorentino: Dante ha trascorso l’estate partecipando alle campagne militari contro Arezzo e Pisa, in occasione delle quali ha avuto modo di conoscere Cecco Angiolieri e Nino Visconti.

Di ritorno dalla vittoria di Campaldino, il comandante francese, Amerigo di Narbona era stato nominato Capitano della Parte Guelfa al cui fianco lavoravano alcuni consiglieri fiorentini tra cui Simone dei Bardi, il marito di Beatrice. Alla fine del mese, il 31 dicembre 1289 muore Folco Portinari, padre di Beatrice: è una data significativa per lo sviluppo del pensiero poetico dell’Alighieri.

Tornato dalla guerra, Dante riprese a poetare, giungendo al momento saliente della struttura narrativa della Vita nuova. L’episodio luttuoso e il conseguente dolore di Beatrice per la morte del padre, segnano profondamente l’animo del poeta che lascia trasparire nei nuovi testi del suo libello poetico.

“Sì come piacque al glorioso sire lo quale non negoe la morte a sé, colui che era stato genitore di tanta maraviglia […], di questa vita uscendo, a la gloria etternale se ne gio veracemente”.

Il dolore dinnanzi alla morte del padre di Beatrice colpisce profondamente l’animo di Dante che aveva perso la madre ancora bambino, e il padre appena adolescente. Folco viene descritto come un uomo buono: fu lui, ad esempio, a fondare l’ospedale di Santa Maria Nuova, in centro città.

“Secondo l’usanza de la sopraddetta cittade,[...] molte donne s’adunaro colà dove questa Beatrice piangea pietosamente”.

Dante non trattiene le lacrime dinnanzi al dolore di Beatrice:

“Io rimasi in tanta tristizia, che alcuna lagrima talora bagnava la mia faccia, onde io mi ricopria con porre le mani spesso a li miei occhi”. Dante è stralunato, al punto che alcune donne che lo incontrano non lo riconoscono neppure: “Vedi questi che non par esso, tal è divenuto!”.

Il dolore per la morte di Folco è quasi l’annuncio di tragedie maggiori: Dante cade in “una dolorosa infermitade [...] la quale mi condusse a tanta debolezza che me convenìa stare come coloro li quali non si possono muovere”.

In questo stato di profonda tristezza il poeta si figura la morte di Beatrice e poi la propria.

“Or non sai? La tua mirabile donna è partita di questo secolo” [...] Io imaginava di guardare verso lo cielo, e pareami vedere moltitudine d’angeli li quali tornassero in suso, ed avevano dinanzi da loro una nebuletta bianchissima”.

Il 19 giugno del 1290 Beatrice Portinari moriva e, secondo la tradizione, sarebbe stata seppellita nella Chiesa di S. Margherita dei Cerchi, luogo del suo secondo e fatale incontro con l’Alighieri.