Spiritualità salesiana

Don Bosco un “genio del cuore”

Il suo sistema educativo tra carità pastorale, intelligenza pedagogica e gesti educativi concreti
  30 gennaio 2020

Don Bosco, già maturo, descrive retrospettivamente nelle sue Memorie dell’Oratorio l’ideale educativo vissuto negli anni della sua adolescenza tra lo studio, il lavoro e le amicizie. La conciliazione della vita di un contadino con la passione per lo studio è descritta iconicamente: “Prendevo la zappa da una mano, dall’altra la grammatica”. L’impegno manuale implica spesso un “compassionevole sguardo alla grammatica” abbandonata nell’angolo. Più tardi l’impegno di contadino, sarto o barista viene interpretato sia come lavoro che come ricreazione, rimanendo lo studio la principale occupazione. Contemporaneamente il giovane Bosco cura le relazioni, soprattutto le amicizie: alcune d’intesa profonda, le altre nella grammatica del bene dell’altro oppure di una cortesia familiare. La “Società dell’Allegria” è l’espressione della sintesi tra gli elementi – la rete di amicizie intenzionate al bene spirituale e intellettuale dei ragazzi in un clima di fantasiosa allegria.

Più tardi don Bosco educatore sviluppa il concetto del “guadagnare il cuore” dei giovani, facendoli percepire che sono amati. Nel guadagnarsi a vicenda i cuori non si sintonizza solo la sfera affettiva, ma si crea un processo di crescente fiducia, fino ad arrivare ad un’intesa profonda tra l’educatore padre-amico-fratello e il giovane circa i fini e i mezzi dell’educazione. Lo sviluppo del potenziale fisico, relazionale, scientifico, morale e spirituale del giovane è la finalità dichiarata dell’intesa profonda che esige consacrazione, sacrificio e lavoro in un clima di allegra eccellenza-santità.

Quando don Bosco dice di “dare il cuore a Dio” va oltre all’immagine dell’uomo diviso ilemorficamente, tra corpo e anima, tra la manualità degli artigiani e l’intellettualità degli studenti. I salesiani coadiutori, esperti di arti e mestieri insieme con i salesiani sacerdoti, insegnanti nelle prime scuole salesiane, conformavano il nucleo di quel movimento mondiale orientato al bene della gioventù abbandonata e pericolante, porzione più preziosa della nostra società. 

Il santo papa Giovanni Paolo II ha chiamato don Bosco un “genio del cuore”. Contemporaneamente Don Egidio Viganò, gran cancelliere dell’UPS per quasi un ventennio, riassume nella formula “cuore oratoriano” il nucleo dell’educazione salesiana. Per Viganò, don Bosco è un’artista che ha bisogno di toccare direttamente la realtà oggettiva per incidere su di essa nella ricerca di senso e di bellezza. Il Sistema Preventivo è in questo senso la forma dell’attività nella quale l’artista modifica anche se stesso mentre realizza il suo impegno. Ciò che lo spinge a operare è un fuoco interiore, un’ispirazione ideale, una passione del suo cuore. Genialità e passione interiore si condensano nella carità pastorale (cuore) che stimola l’intelligenza pedagogica (testa) a tradursi in gesti educativi concreti (mani).

Michal Vojtáš

Direttore del Centro Studi Don Bosco