“È molto pericoloso vedere i miei film con una morale convenzionale: io ho la mia morale e così pure i miei film”. A dirlo, lo stesso Pedro Almodóvar in occasione dell'uscita del suo sesto lungometraggio, “La legge del desiderio”, del 1987.
Da questa particolare prospettiva è nata l’idea di approfondire in modo originale l’opera del regista, analizzata nel libro La morale del deseo. La dimensione etica dei film di Pedro Almodóvar(LAS) di Renato Butera, docente di Giornalismo e Linguaggi cinematografici della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale. La presentazione del volume si è svolta il 7 settembre 2021 alle ore 17, in occasione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, nell'ambito dello spazio eventi della Fondazione Ente dello Spettacolo.
I valori e i temi etici ricorrenti
Visione antropologica intesa come osservazione del comportamento e delle caratteristiche dell'essere umano, complessità dei vissuti dei protagonisti in stretta relazione con il contesto culturale postmoderno, felicità, libertà e responsabilità sono alcuni elementi etici ricorrenti nei film di Almodóvar, che affronta spesso anche il tema della solidarietà e della compassione: “due dei valori più celebrati dal regista e opposti alla solitudine”, che non ha paura a considerare come “un male assoluto, alla stregua della stessa morte”. Personalissima anche la rappresentazione dell'idea di giustizia e della fede – imprescindibile per comprendere una precisa contestualizzazione culturale e tradizionale fortemente marcata come quella della tradizione spagnola – e dell'atteggiamento di fronte alla morte e alla limitatezza umana.
Che cos'è l’etica che Pedro Almodóvar reclama come “mia”?
Tentare di trovarla e di delinearla è l'obiettivo di questo testo anche se “il cineasta non ha mai dato una definizione personale, propria, ma dall'analisi dei suoi film, di cui è sempre stato sceneggiatore, e dalle innumerevoli dichiarazioni rilasciate possiamo presumere che la descrizione più vicina alla sua sensibilità e formazione si possa ricavare da una definizione di Fernando Savater, filosofo spagnolo contemporaneo, rappresentativo di un pensiero laico vicino a quello del regista”, commenta l'autore. Savater, infatti, definisce l'Etica come “arte di vivere, come progetto ragionevole per armonizzare le esigenze sociali della libertà, come coscienza dell’autonomia responsabile, come riflessione critica sui valori istituzionalizzati”.
Una definizione condivisibile ma che nello specifico del cinema di Almodóvar rischia una “deriva individualistica che assume le caratteristiche proprie della postmodernità, riassumibili in un'etica personalizzata al punto di essere determinata dalle circostanze più che da fondamenti universali – spiega il prof. Butera.
Tra le intenzioni del volume non è contemplata quella di “mettere a confronto la morale del regista con la morale convenzionale, né tantomeno suscitare il confronto/scontro di scuole etiche differenti”. Si vuole, invece, far affiorare i temi etici più frequenti, lasciando così che “a dare forza siano le stesse immagini con cui Pedro Almodóvar narra e comunica la sua visione del mondo”.
La vera protagonista – conclude Renato Butera – è “la forza morale che, al di là del bene e del male, spinge gli esseri umani a muoversi verso scelte determinate dal cuore e dalla mente: la morale del deseo”.