Siamo ormai alle porte del Natale e mai come quest’anno sentiamo il forte contrasto tra il desiderio di pace e il clima di guerra che è dietro l’angolo di casa.
Persino le nostre città e i nostri quartieri respirano aria di violenza. La tentazione più forte è un misto di rassegnazione e indifferenza che non farebbe altro che dare ragione a chi crede che la pace non possa esistere su questa terra.
Possibile che il canto degli angeli ai pastori sia solo qualcosa da sognare? E se fosse una via da percorrere? Cosa potrebbe dire a noi studenti e docenti di comunicazione questo canto? Cristo Parola del Padre si è incarnato e ha annunciato a tutti che Dio è amore. La pace è allora parola incarnata che sa amare. È una parola che si fa prossimo e sa ascoltare.
Pensiamo quindi a una comunicazione che si incarna, che cammina con la gente, che l’ascolta e sa amarla, attraverso un linguaggio che costruisce la pace.
La pace non si sottrae alla verità, non gira la faccia davanti alle ingiustizie, non cerca compromessi con la corruzione e il potere, ma esercita il suo ruolo di costruttrice del bene comune.
C’è davvero bisogno di uomini e parole di buona volontà, di pace in terra, ora!
Don Fabio Pasqualetti, Decano FSC