«L’uomo è techne. Ci umanizziamo attraverso lo sviluppo tecnologico e raccontiamo l’umanità che siamo. Anche la Rete, nel bene e nel male, ci restituisce la nostra umanità.» È questo il cuore della riflessione del nostro decano Fabio Pasqualetti nel corso dell'intervista rilasciata all'agenzia SIR alla luce degli ultimi sviluppi in tema di intelligenza artificiale, e del blocco dei servizi di ChatGPT in Italia da parte del Garante della Privacy.
Se da un lato – afferma Pasqualetti – le applicazioni come ChatGpt non mettono a rischio l'intelligenza umana, poichè sono sistemi molto efficienti ma che non hanno coscienza di cosa producono, dall'altro il rischio che deriva dalla manipolazione della realtà prodotta da AI – deepfake, immagini iperrealistiche – ricade sulle nuove generazioni e sulle fasce più deboli della cittadinanza che non hanno capacità culturale adeguata.
«Dobbiamo temere i padroni della Rete, non gli strumenti» – continua il decano – ma è vero anche che conta molto il contributo di ognuno di noi nel costruire un mondo migliore, anche nel contesto digitale.
La questione etica, infine, non può essere scaricata sull’utente. L’etica deve essere progettuale, a carico delle politiche di sviluppo di piattaforme e servizi. Invece la norma oggi sono le dinamiche di sfruttamento e generazione di dipendenze, proprie di un contesto economico di competizione che punta esclusivamente al profitto.