Intervista al nuovo Vicerettore dell’UPS, prof. Paolo Carlotti

  29 ottobre 2018

L'11 ottobre scorso durante l'Inaugurazione dell'anno accademico 2018-19, il Rettore Magnifico don Mauro Mantovani ha annunciato la nomina, da parte del Gran Cancelliere, del prof. don Paolo Carlotti a Vicerettore dell'UPS. 

Il Sinodo dei Giovani appena concluso rappresenta un momento importante per la Chiesa e la società, in particolare per la congregazione Salesiana che ha al centro proprio la missione educativa delle nuove generazioni. Abbiamo chiesto al prof. Carlotti: "Cosa si propone di fare l’Università - e lei in quanto Vicerettore - per dare seguito ai propositi sinodali?".

Il contributo alla realizzazione delle decisioni del Sinodo per essere veramente nostro, deve essere universitario. E l’Università, in un tempo in cui - per dirla con E. Morin - è urgente “ripensare il pensiero”, o per dirla con il papa emerito Benedetto XVI si fronteggia un “deficit di pensiero”, di cui non molti avvertono l’esistenza e la portata, ha una sfida e un compito di tutto rilievo. Con pensieri approssimativi e soprattutto interessati o dominanti non si va da nessuna parte, anzi si va di male in peggio, dentro e fuori la Chiesa. L’Università come convivenza saggia dei saperi è rinnovato annuncio della rilevanza del pensiero e proposta convinta di uno stile di vita per il futuro delle nostre società, che non è molto diverso dal futuro dei giovani. Pensare validamente, infatti, implica agilità a faticare, fortezza a resistere, prontezza a dialogareversatilità al conoscere: per capire occorre un carattere, virtuoso. Il dialogo col diverso interconfessionale, interreligioso, interculturale oppure col diverso interdisciplinare, a livello scientifico, non è forse un “segno del tempo” che è il nostro?".

Il percorso accademico di don Carlotti inizia con la frequenza del quinquennio teologico-filosofico a Torino-Crocetta, la licenza e il dottorato in teologia morale (1987) presso la Pontificia Università Gregoriana, l’insegnamento dal 1989 nella facoltà di Teologia della nostra Università, dove nel 2001 è diventato ordinario e nel 2016 direttore dell’Istituto di Teologia Dogmatica. È docente invitato anche presso la Gregoriana, l’Urbaniana, l’Auxilium e l’Istituto ‘Progetto Uomo’ di Montefiascone. Collabora con diversi organismi della Santa Sede come la Penitenzieria Apostolica, di cui è membro, e come consultore nella Congregazione per le cause dei santi ed è consigliere ecclesiastico di Coldiretti Roma e Lazio. 

"E’ il bene comune veramente di tutti, che ci snida dalle nostre miopie e dalle nostre abitudini mentali consolidate e ci sollecita a non lasciar mancare il nostro unico e insostituibile contributo all’impresa comune". Il ruolo del Vicerettore è quello di coadiuvare il Rettore nell’animazione e nella promozione dell’Università Salesiana in quanto tale, cioè come centro scientifico di studio, di ricerca e di insegnamento, con particolare attenzione alla qualità e all’eccellenza di tutte le sue componenti (docenti, studenti, personale), di tutte le sue strutture (campus, biblioteca ecc.), di tutte le sue relazioni (ecclesiali, congregazionali, universitarie, sociopolitiche) a partire dalle persone e dalle realtà che, per diversi motivi, più faticano. Specificatamente, il Rettore Magnifico d. Mauro Mantovani "mi ha chiesto di presiedere due commissioni: quella per la revisione degli Statuti e degli Ordinamenti dell’UPS, finora portata avanti egregiamente da d. Francesco Casella, il precedente Vicerettore, e quella degli aiuti agli studenti. Inoltre farò parte del Consiglio della Fondazione e dell’Associazione Pro Universitate Don Bosco Onlus, oltre ad assumere, all’occorrenza, rappresentanze e presidenze di tesi dottorali".

Tra le pubblicazioni più recenti del prof. Paolo Carlotti ricordiamo Teologia della morale cristiana (2016), il volume che raccoglie il frutto di studi e di didattica di questi anni, La morale di papa Francesco (2017) e, come curatore, Identità e differenza sessuale. Il gender e la teologia (2018) e La teologia morale italiana e l’Atism a 50 anni dal Concilio: eredetità e futuro.