«Senza giornalisti inviati il racconto del mondo si fa più povero e omologato. Nella loro drammaticità, la Pandemia e la guerra in Ucraina hanno avuto il merito di far riscoprire al sistema dei media e al pubblico l'importanza di un giornalismo fatto sul campo.»
Ne è convinto Giammarco Sicuro, giornalista inviato speciale della Rai per il TG2, ospite in facoltà lo scorso mercoledì 11 gennaio 2023 per una "lezione aperta" con gli studenti di vari corsi. È stata una straordinaria occasione offerta agli studenti della facoltà per conoscere da vicino una professione antica e modernissima, un mestiere che ha bisogno di abbracciare le innovazioni tecnologiche senza dimenticare la sua missione di servizio alla collettività.
Con il garbo e la passione che lo contraddistinguono, Giammarco Sicuro ci ha raccontato la sua esperienza umana e professionale, dagli anni della formazione a quelli della gavetta nella redazione regionale del TGR Toscana. Passando per il racconto della Pandemia in giro per il mondo fino alle trasferte in territorio di conflitto nell'ultimo anno di guerra in Ucraina.
Sicuro ha raccontato il suo modo di fare giornalismo, cercando di riportare sempre il punto di vista degli ultimi, di chi soffre, con una predilezione per i bambini e i più fragili. Sulla presenza dei professionisti dell'informazione sui social media poi non ha dubbi: è necessario vivere gli spazi digitali per non lasciare un pubblico così vasto in balìa di chi fa disinformazione e diffonde odio.
Agli studenti che sognano di intraprendere la strada del giornalismo ha lasciato alcuni spunti: cercare le storie incontrando le persone, guardarsi bene dal sensazionalismo, abitare i social sfruttando le specificità di ogni piattaforma, adeguando linguaggi e contenuti ai diversi pubblici.
La lezione aperta è stata promossa nell'ambito dei corsi di Introduzione al giornalismo e di Giornalismo Multimediale, tenuti dai proff. Renato Butera e Tommaso Sardelli.
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