
"Il cinema può contribuire non poco ad illustrare e a far vivere l'esperienza religiosa quale sorgente di pace sociale" e "non va considerato soltanto come mezzo espressivo che documenta, parla, approfondisce con il proprio il linguaggio il rapporto tra religione e pace ma esso stesso può essere luogo di incontro e colloquio, ambiente in cui si vive e si attua il dialogo tra religione e vita politica per credenti di differenti fedi" alla ricerca di "vie concrete di promozione di una cultura di pace". Lo ha detto don Mario Toso, rettore dell'Università Pontificia Salesiana (Ups), nel saluto di apertura dei lavori di questa prima giornata del Religion Today FilmFestival che, nelle parole del decano della Fsc don Franco Lever, vuole essere "un tassello e un passo verso una speranza di pace".
Nel corso della mattinata è stata proiettata la pellicola del regista Ali Vazirian Sani "Un pezzo di paradiso" e il cortometraggio "Andiamo, tutti dormono" della regista Zhoreh Zamani: "Il cinema è uno specchio multidimensionale che non riflette solo corpi e volti ma la parte più intima dell'uomo" e, spiega Zamani, "attraverso il cinema l'uomo può dare forma al suo futuro".
Tra i presenti alla tavola rotonda che ha seguito le proiezioni, Lia G. Beltrami, direttrice Religion Today, don Valentin A. Presern, vicedecano Fsc, e Carlo Tagliabue, regista e docente di cinema: "I due film proiettati sono accomunati dal simbolismo della porta - sottolinea Tagliabue. Una porta da valicare che richiede coraggio, responsabilità e conoscenza".
E sulla presenza di Dio nelle pellicole, don Presern evidenzia come questa sia da ricercarsi non tanto "nella moschea o nel tempio cristiano ma soprattutto nei volti e nei gesti dei bambini" protagonisti delle storie narrate.