
La globalizzazione? Sostituita da un iperimpero che controllerà politicamente, e non solo economicamente, un mondo policentrico. Le guerre locali e nazionali? Inglobate da un iperconflitto
dagli effetti inimmaginabili. E la gente comune? Sarà costretta a spostarsi in ogni angolo della terra per seguire le regole del mercato, innescando così una catena inesauribile di lotte fra nomadi e sedentari.
Dunque tutto è perduto? Forse no, perché - dice Jacques Attali - il domani dipende da come intendiamo usare ora le innovazioni tecnologiche che abbiamo a disposizione. E da quanto sapremo condividere con gli altri le nostre capacità, soprattutto quelle creative. Solo se riusciremo a percorrere questa via (e a resistere a un cinquantennio costellato di enormi ostacoli), arriveremo alla fase finale: un'iperdemocrazia estesa a livello planetario, stavolta a beneficio di tutti. Pagine profetiche, visionarie e al tempo stesso realistiche e concrete, quelle di Attali, che ci inchiodano alle nostre responsabilità e alle conseguenze delle scelte politiche dell'oggi.
Bestseller in Francia (250.000 copie) già tradotto in quindici lingue, Breve storia del futuro contiene nella presente edizione un piccolo omaggio ai lettori italiani: una sintetica ma incisiva analisi del possibile ruolo del Belpaese nei decenni a venire.
«Jacques Attali, moderno Pico della Mirandola che non scappa di fronte a nessuna sfida, ci svela le sue riflessioni sul mondo che ci attende».
Paris Match
«Non si tratta di ipotesi, ma di previsioni vere e proprie: Attali racconta quello che secondo lui dovrà senz'altro accadere».
L'Express
«Un coraggioso saggio sulla storia dei prossimi cinquant'anni».
Radio France
L'intervista a Jacques Attali nella trasmissione "Che tempo che fa" di Fabio Fazio