
“John Baffo è nato in Ghana. Conosce il tedesco e il serbo-croato. Ha vissuto in Europa per molti anni. Ora è nonno e fa il taxista a New York. Orgoglioso della sua stirpe ashanti, non nasconde un benevolo disprezzo per la vita americana. ‘Gli americani sono matti. Soldi. Soldi. Soldi. Niente felicità.’ Quella frase, un po’ buttata lì, mi ha fatto sorridere. Poi riflettere. Perché apriva una prospettiva insolita. Un africano che guarda dall’alto in basso gli americani e li compatisce non si incontra tutti i giorni.”
Lo
si vede dalla vita quotidiana. Dalle piccole e grandi biografie dei
testimoni dell'evoluzione tecnologica, della globalizzazione, dei
creativi che lavorano sui nuovi media. A partire dai blogger. Tutti
raccontano una storia relativamente nuova: oltre un certo limite non
c’è più felicità nella crescita economica. L’aumento indefinito del
consumo implica una spinta indefinita di lavoro necessario a
finanziarlo e di tempo da dedicare all’attività professionale. A
scapito delle relazioni umane. Proprio quelle relazioni che invece
costituiscono il principale generatore di felicità.
Ma la
diffusione dei nuovi media digitali sta creando le condizioni di un
ritorno alla dimensione della relazione tra le persone, del gratuito,
della partecipazione. La ricerca economica va in questa direzione.
L’evoluzione dei media la conferma. Il fenomeno è in corso. Occorre
prenderne atto e trarne le conseguenze per la progettazione sociale. A
partire dall’esperienza quotidiana. Non solo i blog o i foaf (friend of
a friend), tipici di myspace, testimoniano di una spinta
all’instaurarsi di relazioni tra le persone che vadano oltre la sfera
monetaria. Basti osservare la richiesta sempre più forte di media
partecipati o di visioni che abbraccino anche la vita aziendale vista
come social network, sfera nella quale il gratuito si declina non tanto
in ciò che non costa quanto nella qualità e nella motivazione con la
quale si intrattiene uno scambio attivo e partecipe con il pubblico.
Oppure basti notare fenomeni quali i lettori che si autopubblicano o la
crescita impetuosa di Creative Commons.
In sostanza il sistema dei
media ne esce trasformato. Se i media sono il massimo generatore di
valore nella società dell'informazione, il sistema dei media è anche il
settore che attraversa la più grande trasformazione. E ciò che è stato
pionieristico per dieci anni e oggi è chiaro, domani sarà decisivo.